Mi scappa di leggere
Trovo che la maggiore distanza tra i generi si manifesti nei bagni pubblici. Per me (che sono ormai irrimediabilmente un uomo) varcare la porta di queste toilette si traduce spesso nello sfidare la sorte, almeno nel non secondario aspetto igienico-sanitario. Non me la prendo tanto con gli inservienti che si occupano della pulizia di questi angusti locali, ma con la variegata umanità che accosta le sue vergogne a queste pubbliche latrine. Se poi ci riferiamo alle maioliche che le avvolgono, queste sono spesso vergate da pennarelli che riportano pensierini in sciolto vernacolo, quando non improbabili annunci. Da sempre cerco di ricorrere il meno possibile a queste improvvisate soluzioni, ma in questi casi riesce impossibile non accompagnare la frettolosa minzione con una sia pur distratta lettura di queste scritte. Comunque, alla fine, quel che se ne ricava è una desolante opinione della condizione maschile del XXI secolo. Ma dicevo in apertura di come l'altra metà del cielo sia differente da noialtri impenitenti sporcaccioni ... e non mi riferisco solo all'igiene. Sulla porta del gabinetto delle donne di un cinema romano è stato affisso il foglio che riporto in foto. L'anonima redattrice invita a suggerire un libro da leggere e trovo lodevole l'iniziativa, al punto che spero trovi presto larga diffusione. A chi trova inappropriata la location, mi vien facile rispondere che leggere dovrebbe essere considerato una necessità fisiologica, un'urgenza della quale non si può fare a meno. Dovremmo dire "mi scappa di leggere", proprio come per la pipì.