Garibaldi fu ferito ad una gamba
Riesce difficile mettere ordine allo scritto mentre ancora suonano le sirene delle ambulanze per le strade di Nizza. Ma un blog consente di affidare dei pensieri a chi vorrà leggerli, adagiandoli piano sul web come a far silenzio intorno alla Promenade des Anglais. Questo nuovo attentato verso gente inerme innesta considerazioni di politica internazionale che non ho nè la voglia di sostenere nè la penna per intraprendere. Dal caleidoscopio di emozioni di queste ore tragiche mi arriva invece con forza la memoria di chi due secoli fa nasceva proprio lì, in quella Nizza allora savoiarda: Giuseppe Garibaldi. Chissà se questi che si autodefiniscono "combattenti" lo sanno chi era Garibaldi. Io dico di no. Non possono conoscerlo questi che sgozzano gente inerme, che lanciano un camion contro dei passanti innocenti, che usano il kalashnikov contro dei ragazzi in una discoteca o dei turisti in un ristorante. Giuseppe Garibaldi da Nizza i suoi nemici li ha affrontati guardandoli negli occhi, armi in pugno e spesso nelle condizioni meno favorevoli, basti pensare alle camicie rosse cadute a Mentana di fronte ai chassepot francesi. Il più delle volte ha combattuto dalla parte di chi doveva buscarle, dall'Uruguay a Digione passando per l'Aspromonte e per Roma repubblicana. Nel comparare questi vigliacchi e quell'eroe c'è tutta la distanza tra gli animaleschi abissi e le luminose altezze che l'umana specie può rappresentare. L'attentato di Nizza non è solo un'offesa alla Francia nel giorno del suo 14 juillet, ma sento di dire che in qualche modo colpisce la città che ha dato i natali al Combattente per definizione. Ancora una volta, come nella canzoncina che di vocale giochiamo a cantare, Garibaldi fu ferito ad una gamba. E chissà se fa più male questo o il piombo piemontese; appena lassù te lo vengo a chiedere.