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Viva San Francesco! Viva la rivoluzione!


Nel dicembre 1999 un settimanale domandò ai suoi lettori chi fosse l'italiano più rappresentativo del millennio che si andava a chiudere. A precedere e di molto Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi venne indicato Giovanni di Pietro Bernardone. Insomma quel San Francesco che oggi 4 ottobre marca il nostro calendario. Tranquilli, non voglio innestare un panegirico intorno al Santo Poverello di Assisi. Almeno da questo blog vorrei lasciar fuori certi "esibizionismi" religiosi. Neanche vorrei dilungarmi sul carattere innovativo di certe sue intuizioni "ecologiche", anche se l'amore per gli animali e per la natura lo rendono forse la più appropriata icona per la tutela dell'ambiente. Vi risparmio anche l'apporto decisivo che i suoi scritti hanno determinato per conferire dignità e diffusione all'italiano popolare e "volgare". No ... qui mi interessa solo rimarcare, di Francesco, il peso specifico che assunse nella storia del suo tempo. Se mi riesce, vorrei anche provare a rilevarne il carattere per certi versi "alternativo" e - tenetevi forte - rivoluzionario. Intanto la sua conversione rappresenta già una prima sfida all'ordine costituito. La rinuncia ai beni terreni è uno schiaffo all'autorità paterna, un rifiuto di quella che oggi definiremmo "mentalità borghese". Poi la scelta di povertà che diede poi vita all'ordine francescano rappresentò una ventata di rinnovamento per una Chiesa asfittica che andava misurandosi con le più fresche energie di eresie quali quella catara. Sento già il sinistro scricchiolio delle vostre mandibole mentre sbadigliate, mi limito allora a concentrare a due soli episodi la vita di Francesco, due fatti che giudico esemplificativi dell'uomo e del Santo. In quel tempo, come sapete, la Chiesa era anche alle prese con il rapido estendersi dell'Islam e le Crociate andavano conoscendo le loro ultime stagioni. Francesco pensò di risolvere la disputa a suo modo e si recò in Egitto per conferire con il Sultano (ora non chiedetemi perchè la Quinta Crociata si svolse in Egitto invece che in Terrasanta; questo è un blog mica un trattato storico. Studiatevele da voi certe cose mica posso fare tutto io). Il Sultano lo ricevette con cordialità ma declinò l'invito a convertirsi al cristianesimo. La storiografia ufficiale si ferma qui ma qualcuno va oltre e vede Francesco recarsi al campo d'armi musulmano per sfidare sufi e muezzin ad una prova per verificare la vera fede: quella di camminare sui carboni ardenti. Gli islamici rifiutarono con amabile cortesia l'invito alla bollente passeggiata. L'altro episodio ha per scenario un'isoletta che si trova al centro del Lago Trasimeno. San Francesco vi si fece condurre per compiere al meglio il suo digiuno per tutta la Quaresima. Come sole compagne, due pagnotte. Quando i confratelli a Pasqua lo andarono a riprendere lo trovarono ancora con una pagnotta intatta. San Francesco spiegò loro che non mangiarne almeno una avrebbe rappresentato un atto di superbia verso Nostro Signore che nel deserto s'era tenuto per 40 giorni in digiuno stretto. Coraggioso come un leone e mansueto come un agnello, Francesco fece la voce grossa con i re e baciò i lebbrosi. A renderlo attuale è proprio questa.sfrontata sfida al conformismo ed alle convenzioni. Evviva San Francesco! Viva la rivoluzione!

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