God bless America
Con quadriennale cadenza, la campagna elettorale americana arriva a ricordarci che in Italia non stiamo poi messi malissimo. Lo so, sarete già lì a a sbraitare dei mali della nostra classe politica disonesta ed incompetente ... ma nello specchiarci con il livello della discussione che s'accende oltreoceano converrete con me che è meglio tenerci stretta la nostra casta di arruffoni. Non devo neanche sprecare troppo inchiostro per convincervi, basta paragonare il livello dello scontro e non c'è partita. Qui si discute sull'assetto costituzionale, sul bicameralismo, sulla legge elettorale. Là il duello tra la signora Clinton e Trump - insomma tra i due che dovrebbero occupare quella stanza ovale che controlla il mondo - verte ormai su epocali questioni quali le fellatio in fuorigioco del marito di lei e le copule obtorto collo di Donald. Che è un pò come vedere in lizza al Quirinale un Bombolo e un Alvaro Vitali mentre misurano in decibel le loro flautolenze. Quanto ai due competitors, c'è da abbracciare Renzi, da sbaciucchiare Salvini, da benedire Grillo, da cullare Brunetta. Hillary - oltre ad esser già stata presidente a mezzo terzi - s'è messa in casa un server privato per arraffare tutte le comunicazioni governative e ammucchia illegalmente soldi tramite la sua Foundation. Quanto a Donald Trump, me la sbrigo in sintesi. Mi sta simpatico quanto una citofonata dei Testimoni di Geova mentre sei al telefono con un operatore della Telecom ed alla porta bussa il postino con una raccomandata di Equitalia. Come vedete, quando ci lamentiamo dei nostri politici possiamo sempre ritemprarci comparandoli con quelli degli States. Ma sì, God bless America.