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Lorella


Roma, millenovecentoequalcosa - La incontrai dalle parti di San Pietro, che s'era persa le amiche con le quali era in gita. Lei un pò la marcellabella di montagneverdi, io un confuso ragazzo in guerra con padri padrini e padroni. Ritrovammo insieme il suo gruppo di liceali torinesi e tornai a prenderla la sera nella pensione dove alloggiavano. Non avevo altre montagne verdi da farle ricordare che il pratone dello zodiaco, a Monte Mario. Sotto, le luci di una Roma che in quei mesi si accendeva di molotov e illusioni. Noi due l'amore quello che si fa a vent'anni. Il cuore boom boom, i baci che tu sei Bogart lei Ingrid e quella lì sotto è Casablanca, i respiri della più bell'aria. Poi le lettere poche e la voglia di rivederci tanta. Mi scrive che sta con uno però non è convinta insomma no, è me che vuole, dai-che-aspetti-vieni. Me la prendo comoda, Torino è tra l'esame per la patente e i giorni blindati cupi del rapimento Moro. Prendo un letto in una pensione a Porta Nuova, uno di quei posti dove paghi così poco che trascorri la notte a pensare che il barbone della camera accanto possa entrare ed accoltellarti per 1000 lire. Entra lei invece, al mattino. Quella che sembrava una cella adesso è una suite e ti amo e ti amerò sempre e mi ricordo montagne verdi anzi no era montemario. Poi esce e mi dà appuntamento al pomeriggio in un posto, non ricordo dove e non ho voglia di inventarlo ora. Ma la memoria olfattiva mi soccorre e il profumo di lei e l'odore nostro insieme dell'amore li avevo addosso ancora quando la rividi. Ciao quasi a portata di abbraccio e si infila un ragazzo nella storia. O meglio, lui nella storia già c'era visto che è il suo ragazzo. Me lo ricordo anche belloccio e simpatico, "Che fai, non ci presenti?" così le dice dopo averla pedinata fin lì. Mi tolsi dall'imbarazzo chiedendo un'informazione stradale o l'ora esatta o un parere sulla stagione del Toro. Insomma anche questo non me lo ricordo, mannaggia. Lei lo ghiaccia d'una risposta, occhi e voce tanto diversi da quelli che aveva con me. Mi insegue dicendo che è finita con lui, che devo crederle, che il suo destino è di stare accanto a me, portami a Roma non mi lasciare. Le risposi, impiegandoci una serata e due birre, che non volevo legami e che sarebbe stato bene spiegarsi con lui prima di rifarsi viva. Ci si spiegò, poi. Al punto che l'ha sposato e ci ha fatto due figli. Lei seguita a mandarmi gli auguri di compleanno, tutti gli anni. Prima in lettera ora con whattsapp ma sempre con affetto. Lo stesso affetto con il quale ora ho scritto di lei. Ciao, Lorella.

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