4 novembre: Giorno delle Vittorie
Almeno per come lo ricordo io il 4 novembre era segnato in rosso sul calendario, a far più lungo il ponte d'Ognissanti. Si festeggiava la Vittoria - con tanto di V maiuscola - e ci si riferiva al 4 novembre 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale. A provarle a mettere insieme le nostre vittorie belliche abbiamo dei buoni motivi per ricordare quella. Delle tre guerre d'indipendenza, nella prima le buschiamo dagli austriaci e nelle altre sono francesi e prussiani a metterci una pezza. Anche volendo metterci dentro i conflitti coloniali, in Libia non domiamo mai davvero la resistenza indigena e in Africa Orientale nel '36 facciamo pari e patta con Adua. Ma non volevo tediarvi con le patrie traversie guerresche, piuttosto vorrei tornare alla Grande Guerra per ricordare che in quell'occasione - dopo il disastro di Caporetto - avevamo di nuovo gli Asburgo dentro l'anticucina. Le truppe di Cecco Peppe si spinsero infatti fino al Piave. Ora, andatevi a guardare sulla cartina dov'è il Piave e comprenderete visivamente come fummo vicini al tracollo. Nel momento peggiore per le sorti della loro stessa unità nazionale, gli italiani seppero trasformare quel fiumiciattolo veneto in una diga che fermò l'invasore austriaco, fino a ripartire da lì per Trento e Trieste. Ecco, è proprio questo che appartiene all'italico spirito: il fatto di ritrovare le sue migliori energie nei peggiori momenti, la capacità di risalire quando tutto sembra lasciar solo posto alla disperazione. Sono tanti gli esempi ed in qualche misura ne stiamo in questi giorni aggiungendo uno, quello delle popolazioni colpite dal nuovo terremoto nel centro Italia. Ma tra questi mi piace ricordare oggi un altro episodio, legato ad un altro 4 novembre e ad un altro fiume. Il 4 novembre 1966, giusto mezzo secolo fa, l'Arno straripò ad offendere il volto di una delle più belle città del mondo. Firenze e i suoi tesori rimasero coperti per giorni dalle acque. Anche lì avvenne, come sul Piave nel '18, questo sussulto di dignità che rende il nostro Paese e la sua gente così straordinari. Da ogni parte accorsero a Firenze volontari per portare il loro aiuto. Per la più parte giovani di una generazione che pochi mesi dopo infiammerà scuole e Università con parole d'ordine nuove, che in modo confuso ma sincero ed appassionato si affacceranno sulla scena sociale nazionale. In qualche modo, il '68 italiano nasce proprio tra i libri sottratti al fango della Biblioteca degli Uffizi e tra i quadri salvati dalle acque limacciose dell'Arno. L'Arno e il Piave. Verrebbe da vergare di nuovo in rosso questo 4 novembre per trasformarlo nell'anniversario delle Vittorie, al plurale. Un giorno per ricordare queste nostre occasioni di compatta unità nazionale davanti alle tragedie. Perchè quelle guerre lì noi le vinciamo tutte.