Effetto autostop
Su Fesbucco, sono in molti ad esporre con disinvoltura i loro privati affari. Aggiornamenti di stato di candida trasparenza, gigantografie dell'intero albero genealogico, confessioni che neanche a Guantanamo riuscirebbero a estirpare. Verrebbe voglia di pensare che tanti scrivano non tanto per farsi leggere, ma per l'incontinente esigenza di 'tirar fuori' le proprie cose. Paradossalmente, mi par di poter dire che il grado di confidenza sia addirittura inversamente proporzionale all'effettiva conoscenza. A dirla semplice, meno conosci chi ti legge e più sembra che ci sia voglia di sciorinare i panni del proprio vissuto. Lo chiamerei "effetto autostop". Da pischello, un bel pò di tempo fa insomma, accadeva di muovermi con questo sistema super-economico. Spesso, chi mi "caricava" dava stura a una pioggia di personali confessioni. Cose privatissime, mai dette prima ad altri. Il principio era quello che a un certo punto ci si salutava e e non ci si rivedeva più. Ho visto piangere ruvidi camionisti e graduati militari. Ecco, forse Facebook risponde a questo bisogno elementare di aprire il cuore. E' dato interessante, ma che va disciplinato. Al solito, la virtù è nel mezzo. Senza arrivare a chiudersi a riccio, eviterei di postare anche la fotocopia della carta di credito.