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Elogio della falzità - 2


Sì, il lungo prologo di ieri rischiava di portarmi sulle inconcludenti secche della derisione della caffetteria buongiornista della peggio età. Era d'altro che volevo parlare, a far muro a questa dilagante apologia della sincerità. Da quel che vedo attorno, va facendosi strada l'idea che in nome della schiettezza ognuno sia legittimato a dire quel che vuole. Il problema è che certi "io non ho peli sulla lingua" annunciano spesso delle banalità sconcertanti quando non delle offese vere e proprie. E allora no, non ci sto. Viva la forma, anche se vuota, anche se priva di sostanza. Viva l'uso della terza persona singolare, viva il "grazie" anche se c'è poco da esser riconoscenti, viva l'omissione quando le parole rischiano di ferire l'interlocutore. Che la smettano di cianciare queste glabre lingue. Meglio, tanto meglio una garbata falzità che questa sciatta e volgare sincerità.

© RADIO BELLA ETA'

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(registraz. Trib. di Roma n. 45/2016 del 9 marzo 2016)

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