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In una stalla, perché non avevano trovato altro posto


"Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché non avevano trovato altro posto" (Luca 2:7)

Ecco, quasi sempre si associa il luogo della nascita del Salvatore con una stalla o una grotta. Il motivo è dovuto anche al fatto che in quei giorni si era chiamati - per editto imperiale - a recarsi per un censimento nella propria regione d'origine e con tutta probabilità Betlemme non disponeva di quella che oggi chiameremmo ... "capacità ricettiva". Ma in quel passaggio del Vangelo di Luca mi è sempre piaciuto leggere dell'altro. Maria era poco più di una ragazzina e per di più confusa dagli accadimenti grandissimi che le andavano succedendo. In quel "non avevano trovato altro posto" ci leggo una ricerca di tenera intimità. Maria ha preferito quella stalla per evitare che Gesù nascesse nella confusione di un dormitorio pubblico. Forse sfido insieme teologi e Scritture, forse tradisco anche qui la mia affezione mariana, ma preferisco pensare che la Madonna - dopo il "sì" all'Annunciazione che ha scritto daccapo la storia dell'umanità - abbia inteso dire di "no" all'idea di dover dare alla luce il Bambinello mescolata a degli sconosciuti. Ho voluto adagiarle qui, queste righe. Su questo rabberciato spicchio di web, su questo blog, fuori dal gran vociare dei social network. L'ho fatto seguendo un pò lo stesso principio che portò Giuseppe e Maria verso quell'improvvisato rifugio, al riparo dal chiasso della gente attorno. Viviamo un'epoca dove anche gli auguri di Natale sembrano arrivare più dall'assordante megafono di Facebook che dall'intima sincerità dei cuori.

Cerchiamo allora in queste ore di andare con il pensiero a quella stalla dove è nato il Salvatore e facciamo come Maria, isoliamoci per un pò dal caos che ci circonda, accostiamoci in silenzio a quella mangiatoia. E' da lì che riusciamo ad ascoltare chi non ha voce: l'emarginato, il sofferente, lo sfruttato, l'affamato, il debole. E' da quella stalla che arriva più nitido l'urlo delle ingiustizie del mondo. Buon Natale.

© RADIO BELLA ETA'

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