Michael Jackson è vivo, ma cucina malissimo
Spesso i politici danno l'idea di non capire niente di quel che gli accade intorno, ma dove raggiungono i risultati più sconcertanti è quando provano a legiferare su internet e dintorni. In questi giorni il Senato va esaminando (come non avessero altro di più importante da pensare ...) un decreto legge che porta una ventina di firme di ecumenica provenienza. La proposta s'annuncia all'art.1 come contrasto alla "Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico attraverso piattaforme informatiche". L'oggetto sono insomma le fake news, gli hoax e l'hate speech. Per riportare le cose sul pianerottolo di casa mia, sarebbaddì che si parla delle bufale, delle notizie false e dei linguaggi offensivi che percorrono la rete. Al di là del lodevole intento, quel che sfugge a questi improvvisati pacificatori del web è che internet nasce e cresce proprio grazie al suo incontrollato convergere di infiniti liberi apporti. Se provare a regolarlo ai suoi albori era difficile, tentare di farlo ora è semplicemente impossibile. Ma tra le pieghe di questo ddl spunta una cosa in più: i soggetti che potrebbero penalmente rispondere della diffusione di notizie false e pericolose sono i privati cittadini. Ne restano esplicitamente esenti le testate giornalistiche ... che è come dire che quei goodfellows di Radio Bella Età sono autorizzati a pubblicare avvistamenti di UFO, ritrovamenti di alieni e incontri con Elvis Presley. Buono a sapersi, sotto l'ombrello di RBE potrò allevare più bufale che un caseificio. A proposito, ieri sono stato a cena da Michael Jackson. Non sa cucinare granchè, ma vi saluta.