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Siamo nella stessa lacrima

  • Marco Zampetti
  • 23 mag 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

Non è un'acrobazia giornalistica ricordare oggi, insieme, i morti di Manchester e i 25 anni dall'assassinio di Giovanni Falcone. La criminalità che combatteva il giudice siciliano si alimenta con i medesimi meccanismi che muovono le centrali del terrorismo internazionale. Siamo sempre lì: droga, armi, petrolio ... con l'ulteriore l'analogia di trovarsi a misurare con le complici connivenze degli interessi politici, economici e finanziari. Le infiltrazioni mafiose che denunciava Falcone non sono distanti dalle logiche che muovono oggi lo scacchiere siriano, dove i nemici diventano amici e l'isis un utile alleato. Ma ricordare nella stessa preghiera le vittime di Capaci e quelle di Manchester ha un motivo in più di essere. Tra il vigliacco che arma una strage di innocenti e la nobile figura di Giovanni Falcone c'è tutta la siderale distanza che corre tra i più spregevoli abissi dell'anima e le sue più luminose altezze. E' per questo che oggi 23 maggio sono l'uno e gli altri nella stessa lacrima. Nessuno può tirarsi fuori dall'orrore, nessuno può dire non sapevo. Perchè siamo nella stessa lacrima.

 
 
 

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