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L'itagliano da scrivere


Una volta un dirigente della RAI chiamò Eduardo de Filippo "Pronto maestro, è la televisione". E lui: "Un attimo che le passo il frigorifero". Al di là dell'aneddoto, è stata la TV a cambiare l'Italia della seconda metà del Novecento. Per meglio dire, la televisione ha segnato l'introduzione di un linguaggio comune per gli italiani. Perché prima ognuno parlava il suo dialetto e basta. Con la TV - e certo anche per merito della scolarizzazione di massa - l'italiano è diventato per la prima volta una lingua parlata da tutti. Parlata, appunto. Ma non scritta. Un'inchiesta promossa dalle Poste Italiane nel 2000 indicava come ancora meno di vent'anni fa il 40% di italiani si limitasse a scrivere sull'agenda degli appuntamenti o la lista della spesa. Ma proprio in quell'occasione, in quella stessa indagine, si affacciava un dato nuovo e massicciamente giovanile: la stesura degli sms. Vengo al nocciolo, almeno per il lettore che è riuscito a domare gli sbadigli fin qui. I social network e l'uso delle nuove tecnologie vanno producendo uno storico accadimento per la lingua di Dante. Per la prima volta gli italiani stanno scrivendo. Sento già le osservazioni di chi legittimamente obietta che scrivono male, che sono sgrammaticati e per carità tutto vero ... ma questo non cambia la natura epocale di questo processo. Per coglierne appieno la portata suggerirei anzi di non soffermare l'attenzione sulla sintassi, perché è è inutile star lì con la penna rossa per vergare gli strafalcioni. Le "acca" ci sarà tempo per soccorrerle ed i congiuntivi feriti avremo modo di tamponarli in qualche modo. La vera preoccupazione è che andiamo perdendo quella che i glottologi chiamano "testualità". Si va smarrendo insomma la capacità di scrivere un testo compiuto, che abbia un inizio e una fine, un testo che abbia una sua struttura. Sottoposti come siamo al crepitare dei messaggi ci esponiamo al rischio di questa comunicazione essenziale e frammentata. Non parlo dei "ke fai" o dei "di dv 6", dico che il pericolo è quello di perdere nella scrittura ogni capacità di coesione e di analisi. E di sintesi, aggiungerei nel mio caso. Mi affretto a chiudere, allora. Ciao.

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