Verso un mondo "al femminile"
Ieri, nelle celebrazioni del 2 giugno, non si è dato abbastanza risalto al fatto che la nascita della Repubblica italiana coincise con il diritto di voto alle donne. Quella conquista civile non fu un regalo, ma arrivò dopo anni che avevano visto le donne sostituire in tutte le mansioni lavorative gli uomini chiamati alle armi. Provo a saldare quell'accaduto ai giorni nostri. Negli USA il sorpasso è già avvenuto, ma il dato va manifestandosi dappertutto: le donne single sono di più di quelle sposate. Provo a dirlo in un altro modo. Divorziate, separate e nubili superano le maritate. Lascio ai sociologi il compito di ravanare nelle statistiche, a me sembra plausibile un'unica spiegazione. Alle donne gli uomini non servono più. Siamo arrivati al punto che ci scopriamo importanti solo quando ci chiamano per aprire una bottiglia di minerale particolarmente ostinata. Così come 70 anni fa nelle fabbriche e nei campi seppero fare a meno degli uomini per produrre, oggi le donne si accorgono che l'elemento maschile è tanto meno importante rispetto al passato. Ovvio che un secolo fa una donna doveva essere sposata, quello era lo status che la condizione imponeva. Al di là di qualche isolata eccezione, alla donna non era permesso studiare e già da bambina la sua educazione familiare era tutta volta a farne una brava moglie. Che poi significava fare e crescere figli, aprire le gambe a comando e subire in silenzio le botte di un marito ubriacone. Oggi le donne hanno capito che possono fare a meno di noi, ma da maschietto ormai irrimediabilmente eterosessuale non ne trarrei delle conseguenze negative. Tutto sommato, un mondo "al femminile" sarà un mondo migliore di questo. Per certo sarà un mondo meno violento. Basta scorrere un giornale per accorgersi che siamo noi uomini a rubare, a fare le guerre, a compiere attentati, ad avvelenare le acque e l'aria del pianeta. Siamo noi uomini ad uccidere. Al punto che quelle rare volte che ci accade di leggere "Moglie spara al marito" dentro di noi pensiamo "Avrà avuto le sue buone ragioni".