Carbon copy tax
Chi ha seguito in diretta l'annuncio di Trump dell'uscita USA dagli accordi sul clima? Io sì. E ne sono uscito confuso, prima ancora che preoccupato. Nel suo discorso il cotonato presidente americano ha ripetuto per almeno tre volte che la produzione del carbone è un settore al quale tiene molto. Lascio ai medici il compito di enumerare le patologie legate a questo combustibile fossile; è un fatto che la tassa sulle energie che emettono CO2 è stata significativamente chiamata "carbon tax". Come ad individuare proprio nel carbone una delle fonti maggiormente inquinanti. Dribblo tra palo e frasca perché la "carbon tax" mi fa frullare un'idea nella capa. Quella di introdurre un balzello nei social network : la "carbon copy tax". Una tassa per tutti quelli che copiano gli scritti degli altri, come con la carta carbone. Un centesimo per ogni riga copiata senza indicarne la provenienza. Un cent da destinare al legittimo proprietario dell'aforisma, della poesia o dell'articolo. Sono certo che basterebbe quel centesimo per disciplinare questo insopportabile traffico di parole scippate all'ombra della Grande Effe Minuscola o tra i cinguettii di Twitter. Perché, alla fine ... i copiaincollatori sono come quelli con la panza che si fotoprofilano con gli addominali di un palestrato.