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Il Paese dei ciechi


Giovedì sera RBE trasmetterà un adattamento teatrale tratto da un romanzo di fantascienza: "La terra dei ciechi". Invito all'ascolto anche chi ha letto già la novella di Wells, perché la sua riduzione radiofonica (dura poco più di 20 minuti) è davvero interessante. Senza svelare la storia,"La terra dei ciechi" è uno dei racconti più noti tra i non vedenti e gli ipovedenti ed è anche uno dei libri più stampati in Braille, il particolare alfabeto tattile che consente di poter leggere a chi non può farlo con gli occhi. Provate a chiudere gli occhi per qualche secondo. Fatto? Ora chiudeteli per un minuto. Immaginate di vivere questa condizione sempre, tutto il giorno. Di più, provate a pensare cosa significasse vivere così nei secoli passati ... confinati ai margini della società e spesso disprezzati. Basti pensare a come i farisei trattano il cieco poi guarito da Gesù. La condizione dei non vedenti inizia a cambiare all'inizio del Novecento. Le novità della medicina, la ricerca scientifica, lo stesso avvento della psicanalisi e dello studio dei comportamenti e del linguaggio cominciano nei primi decenni del secolo ad intervenire in modo determinante. A farsi interprete di questa autentica rivoluzione è una donna ... e il paragone con quello che un'altra donna come Rosa Parks ha saputo rappresentare per la gente nera d'America è perfino facile. In questo caso la donna è Hellen Keller. Il suo nome forse dirà poco a molti di voi, ma se nomino il film tratto dal romanzo "Anna dei miracoli" qualcuno capisce di chi parlo. Nata nel 1884, Helen Keller diventa cieca e sorda all'età di 2 anni per una meningite. Da quel momento la sua vita è una toccante testimonianza di coraggio e di impegno civile. E' la prima donna cieca e sorda a conseguire una laurea, scrive una dozzina di libri e una marea di articoli, si schiera in politica a favore dei diversamente abili ed anche dei più poveri e disagiati. Delle miserevoli condizioni dei lavoratori nelle fabbriche di inizio secolo scriverà "Ho visitato i luoghi dove lavorano gli operai sfruttati, le industrie, i bassifondi sovraffollati. Anche se non li ho potuti vedere, li ho odorati" Su Hellen non scrivo di più, ché mi sembra di aver già esagerato. Semmai vi esorto a guardare su Youtube il ricco materiale documentario che ne testimonia i progressi e l'azione civile. Vorrei aggiungere che, anche grazie ad Hellen, oggi anche i non vedenti e gli ipovedenti sono in grado di fattivamente contribuire ad un'era complessa come quella che viviamo, quella che non a caso viene spesso chiamata "era dell'informazione". Al punto che ormai ricondurrei il concetto al di là della stessa patologia, per spostarlo su un piano di cecità intellettuale e di sordità morale. Ma il discorso si farebbe troppo complesso e ho già sfidato abbastanza la vostra tolleranza. Aggiungete qualcosa voi, se ne avete tempo e voglia. Mi limito a ricordarvi l'appuntamento di giovedì alle 19 con "Il paese dei ciechi" ... e visto che ci sono anche quello con Shakespeare del 23 giugno, alla stessa ora. Dopotutto non è il Bardo che fa dire a Re Lear un attualissimo “Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi”? P.S. L'immagine riportata è in alfabeto Braille. Ve la traduco: Radio Bella Età. Ascoltatela, fatela conoscere e partecipate.

© RADIO BELLA ETA'

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