"Io, quando avevo la tua età..."
Da queste sgangherate colonne lo avevamo già annunciato: Fesbucco è popolato di over 40. A confermarlo con tanto di numeri è un'esperta dell' e- marketing, l'americana Debra Aho Williamson; i giovani ed i giovanissimi preferiscono comunicare su piattaforme come Snapchat ed Instagram (quest'ultima è infatti provvidenziale emanazione della Facebook Inc.). Come spesso succede, questi analisti dell'economia si limitano a "fotografare" lo stato delle cose, lasciando a psicologi e sociologi il compito di esaminarne le cause. Anche noi da qui preferiamo immergere la penna ancora negli ultimi bagni d'estate, piuttosto che nel calamaio delle disamine. Ci limitiamo allora a domandarci del perchè il quarancinquantennista si ostina a sbuongiornare caffè e a scuoricinare pupazzetti all'ombra della Grande Effe Minuscola, mentre le nuove generazioni migrano altrove. Il principio ispiratore del social network è quello della condivisione, la possibilità insomma di rendere partecipi gli altri della nostra vita ... dai pensieri più epocali ai piccoli accadimenti del quotidiano. Ma in realtà quel che viene sciorinato al mondo, il più delle volte, non è specchio fedele del nostro stato. Le spiagge delle nostre vacanze sono tutte meravigliose perché quel che viene postato ne rappresenta gli scatti fotografici migliori, così come certi buongiornissimi celano autentiche inconfessate inquietudini. Da questo punto di vista, l'utente di mezza età rappresenta il cittadino ideale di Facebook City. E' lì che va a cogliere quei potenti siringoni di autostima che il vissuto del giorno sovente gli nega, è su quei lidi che rimesta le nostalgie di un'improbabile "età dell'oro" del passato. E' condizione questa così diffusa che ha dato vita ad innumerevoli concentrazioni di over-qualcosa, al punto che sono decine di migliaia i gruppi fesbucchiani tenuti insieme solo da questa labile identità anagrafica. Sono rassemblements dove sull'altare della Grande Moka del Caffè Buongiornista si immolano selfie ritoccati, inconcludenti chattate e compulsivo linkame. Il tutto condito da immancabili anatemi su una gioventù che non sa più divertirsi e quanto era bello il juke-box, il gioco della campana e il gettone telefonico. Almeno qui, diciamocela tutta : i ragazzi sono decisamente più sul presente e hanno bisogno di una comunicazione immediata, scarna, essenziale. Se si allontanano da Fesbucco è anche per non leggere anche lì quel "Io, quando avevo la tua età ..." che - se si vuole davvero ragionare con loro - resta il peggiore degli incipit.