Una zolletta di zucchero
Sui social network, quando si tratta di metter becco su lira ed euro, diventano tutti economisti. Va accadendo lo stesso sulla polemica per i vaccini ... sotto la Grande Effe Minuscola sembrano tutti diventati dottori specializzati in igiene e medicina preventiva. Chi scrive limita la sua confidenza con Esculapio all'aspirina, ma prova lo stesso a dir la sua. Magari rovistando nelle sue memorie per ricordare una zolletta di zucchero, di colore rosa, ingollata mentre era pischello alle elementari. Era il vaccino antipolio. Vi risparmio la descrizione della poliomielite, ma è un fatto che una malattia che ha mietuto per millenni milioni di vittime è oggi praticamente scomparsa, proprio grazie a quel vaccino. Anzi, direi grazie ad un uomo. Il suo nome è Albert Bruce Sabin. Ora alzi la mano chi sa chi è, perché è esentato dal proseguire la lettura e proseguo per gli altri. Sabin, americano di origine polacca, ha dovuto faticare non poco per far conoscere il vaccino da lui sviluppato e che sperimentò in prima persona. Quando finalmente il mondo scientifico fu concorde nel riconoscerne l'efficacia, evitò di brevettarlo. Avrebbe potuto diventare miliardario all'istante, ma preferì metterlo immediatamente a disposizione senza gravarlo di ulteriori costi. Dirà in seguito "Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo" Le polemiche pro e contro i vaccini oggi occupano le prime pagine... ma quando Sabin è morto, nel 1993 e all'età di 86 anni, se ne è andato invece nel generale disinteresse dei media. Per quel che niente che conto, provo a riparare da qui. Con un grazie. Grazie per quella zolletta di zucchero, a nome di tutti i bambini del mondo.