Che cento fiori fioriscano
I social network vanno dando voce a un sacco di gente che avremmo preferito non sentire. Insulti razzisti e battutacce sessiste sono all'ordine del giorno ... e il fatto che non sia cosa che riguarda solo gli italiani rende ancora più desolante questo generale abbrutimento della comunicazione. La californiana Humboldt University ha esaminato i messaggi di Twitter fino a disegnare una "mappa dell'odio" entro i confini USA. Dovremmo cominciare anche noi a monitorare queste attività sul web, perché un problema sociale va analizzato per poter esser combattuto ed eliminato. Ma non basta. Per far crescere un'autentica cultura della tolleranza occorre che le donne facciano di più. Nonostante siano proprio loro il soggetto maggiormente esposto alla cyber-violenza, trovo che sia ancora inadeguato il contributo che l'altra metà del cielo potrebbe dare su Facebook e sui social network. Spesso ci si ferma sulla soglia del buongiornismo e talvolta si deraglia sull'esibizionistico sciorinare di selfie, teglie al forno e poesie copiaincollate. Sarei a dire che Facebook non rappresenta davvero l'universo femminile ... che per fortuna è tanto diverso dalle logorroiche commarelle e dalle sciatte saputelle che sgomitano per contendersi un "mi piace". Si è ancora lontani dal comprendere come queste piattaforme digitali possano invece costituire anch'esse un mezzo per produrre informazione (in tempi appena più lontani avrei scritto controinformazione...) Vicende come quella della ragazzina pugliese barbaramente uccisa dal suo fidanzatino dovrebbero trovare qualcosa di più che dei rituali snocciolar di RIP; occorrerebbe usare questi nuovi strumenti come opportunità di contrasto al femminicidio, alla violenza di genere, al cyberbullismo. Quei goodfellas di RBE vanno sforzandosi di offrire nuovi "luoghi virtuali" dove poter dar voce a tutti; per la Giornata Internazionale della Donna addirittura promossero 18 giorni di iniziative. La partecipazione fu così esigua che credo non ripeteranno la cosa. Leggere di "caffè per tutti" mentre si sforzavano di parlare di dignità e diritti è stata un'esperienza per certi versi frustrante. Eppure è quella la strada da battere; che ogni giorno fioriscano allora cento pagine, cento web radio, cento blog, cento nuove occasioni di confronto. Che cento fiori fioriscano, per profumare di pulito un web tanto volgare e puzzolente.