Le Intellettuali di Fesbucco
Venerdì prossimo quei goodfellas di RBE trasmetteranno una gustosa commedia di Molière, "Le Intellettuali". Mentre ve ne raccomando l'ascolto, mi affretto a precisare che il titolo originale della pièce si presterebbe a meglio essere tradotto con un "Le femmine saccenti". Nell'occasione, Molière affonda la sua graffiante ironia sullo snobismo intellettuale di certe donne. A chi sosta con un pò d'attenzione all'ombra della Grande Effe Minuscola sarà capitato di imbattersi in questa non marginale gamma del variegato universo femminile. Sono quelle che aggiornano il loro stato con dotte citazioni e poesie, quelle che guardano dall'alto in basso chi sbaglia un congiuntivo o inciampa su una doppia, insomma quelle che strapazzano Tolomeo mettendosi al centro del proprio narcisistico universo. Le loro fesbucchiane amicizie sono uno scelto parterre di scodinzolanti yesmen e di adoranti ancelle e-quanto-sei-bella e-quanto-sei-intelligente. Soffiata via la sottile patina di cultura un tanto al chilo, il più delle volte queste saputelle palesano invece una fragile erudizione. Più Wikipedia che libri, ecco. È un pò quello che accade nella commedia moleriana, dove il salotto di queste saccenti si riduce a somigliare al vacuo chiocciare di sciocche commarelle. Sarò irrimediabilmente demodè, ma viva le donne semplici. Quelle che si misurano con i problemi del quotidiano, quelle che sanno prendere in giro sè stesse prima che gli altri, quelle che ascoltano di più una critica sincera che un infido elogio, quelle che antepongono il coraggio del dubbio alle artificiose certezze. Ai damascati divani delle intellettuali di Fesbucco preferisco la rustica sedia delle donne semplici, impagliata di dignità e di vita.