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Gigi Meroni era 'avanti'


Strano che il calcio non abbia mai conosciuto degli adattamenti cinematografici dignitosi; eppure è sport che ha avuto i suoi cantori (da Umberto Saba a Osvaldo Soriano), eppure è sport che scrive da sè le sue proprie storie. È una di queste che voglio ricordare oggi. Il 15 ottobre 1967, giusto 50 anni fa moriva Gigi Meroni, numero 7 del Torino e della Nazionale, investito da una macchina mentre attraversava la strada ... le modalità dell'incidente contengono già il tessuto narrativo di una sceneggiatura. Nell'Italia degli anni '60 che inzuppava il suo primo benessere nel caffelatte del conformismo, Gigi Meroni costituì una figura assolutamente fuori dagli schemi. Appassionato di pittura e design, firmava lui stesso gli strambi abiti che indossava. Interpretava il calcio come faceva con la vita, riscattando un'infanzia povera e difficile con la fantasia del suo estro. Chi lo ha conosciuto, parla di un ragazzo che era "avanti". Ed ecco allora un primo tragico paradosso, buono per una sceneggiatura già scritta e al tempo stesso ancora da scrivere. Oggi, nell'era dei telefonini, a nessuno verrebbe in mente di attraversare la strada per fare una telefonata. Invece è quello che successo a Gigi, travolto proprio mentre raggiungeva un bar per chiamare la sua donna. Gigi era "avanti", ma il mondo non aveva ancora in mano uno smartphone. Non finiscono qui le cose che sembrano strappate da una pellicola di Hitchcok. Al volante della macchina che investì Meroni, una 124 Coupè, c'era uno che poi 30 anni dopo diventò presidente del Torino. Se servisse poi come finale del film, ecco l'ultimo incredibile accadimento. La domenica successiva la tragedia, il Toro battè 4-0 la Juve. Il quarto gol fu segnato da Alberto Carelli, il giocatore cha aveva preso la maglia numero 7 di Gigi. Una maglia granata. Ecco, forse l'unica spiegazione possibile per certe romanzate coincidenze è proprio in quella maglia granata. Ed allora è facile immaginarlo lassù, quel numero 7, tra i ragazzi del Grande Toro che a Superga urlò nella nebbia la sua ultima preghiera.

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