Anna vive
Gli eroi nascono eroi solo con Omero e poi nella letteratura, gli altri lo diventano loro malgrado e il più delle volte contro la loro stessa volontà. Rosa Parks era solo stanca, non voleva sfidare il segregazionismo quando rifiutò di cedere il posto ad un bianco su un bus dell'Alabama, ma quel gesto la rese un simbolo del riscatto della gente nera d'America. È stato simile il destino di Anna Frank, ragazza tedesca. Anna avrebbe voluto crescere, andare a scuola, avere i suoi primi amori adolescenziali, giocare con le amiche ... insomma avere una vita normale. Il suo diario l'ha resa invece un'icona della libertà.
In questi giorni sui giornali c'è un gran gracidare intorno al ritrovamento di certe figurine che ritraggono Anna Frank. Il fatto che siano state apposte nel cesso di uno stadio rende gli autori del gesto impeccabilmente adeguati alla location, ma nel chiasso mediatico si rischia di smarrire quell'esigenza di "normalità" che la giovane ebrea avrebbe legittimamente preteso. Lasciamola in pace, allora. Proviamo semmai a riprendere in mano quel diario. Di quelle pagine, ce n'è una che in queste ore mi torna in mente. È il passaggio dove Anna scrive dell'attesa delle sue prime mestruazioni, lo stupore, il timore, il turbinio di sensazioni che le suscita questo accadimento. Sono righe dove ogni ragazza può riconoscersi, è vita che sa di vita.
Ecco ... credo che la migliore risposta alle grigie elucubrazioni del neo-oscurantismo sia contenuta in quella pagina del diario, proprio perché quel passaggio epocale della sua crescita è lo stesso delle sue coetanee . Gli eroi (anche quelli controvoglia) non muoiono mai ... ma Anna Frank vive per un motivo in più : perché è in ogni ragazza che vuole crescere libera.