Donne da prima pagina

Non soffro di dietrologie virali e non sono affetto da complottismo spinto. Insomma, non sono il tipo che pensa che giornali e TV siano guidati da invisibili burattinai. Ma tutto questo clamore intorno alle rivelazioni delle violenze subite da attrici nostrane e hollywoodiane mi lascia francamente perplesso. Le accuse lanciate al produttore cinematografico Harvey Weinstein hanno dato la stura ad una pletora di denunce, da ogni parte del mondo. Sulle prime pagine si avvicendano attrici note e meno note che segnalano casi di violenza fisica e psicologica, intervenuti in un passato di rado recente, spesso lontano e a volte lontanissimo. Ora, ovvio che laddove questi episodi si manifestano debbano essere puniti ... ma il rischio è chi si finisca per alzare un polverone mediatico che impedisce di guardare i nitidi dati di un fenomeno che ha ben altri contorni e collocazioni. Il 25 novembre sarà la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne. Quei goodfellas di Radio Bella Età lanceranno significativamente da quel giorno una "16 giorni" di iniziative di contrasto a questa autentica vergogna dell'umanità. Ecco, ho la sgradevole sensazione che questo gran sventolare di protratte denunce da parte di un mondo tutto lustrini&merletti finisca per far passare in secondo piano la terribile condizione delle spose-bambine, delle lavoratrici sfruttate e vessate, delle prostitute-schiave, delle ragazze sottoposte all'orribile pratica dell'infibulazione. Perché le testimonianze più atroci non arrivano dai camerini del set di un film, ma dalle location del quotidiano... a cominciare dalle mure domestiche, dove questa piaga conosce i suoi accenti più drammaticamente consueti. È qui che dobbiamo puntare i riflettori, non su chi in prima pagina ci sta tutti i giorni. Buon uicchende.