Con tante scuse

Oggi 22 aprile è la Giornata della Terra, promossa dal 1970 dalle Nazioni Unite. Vinte le obiezioni di quelli che tutti-i-giorni-dovrebbe-essere-la-giornata, proviamo a farne un’occasione per riflettere dei mali di questo nostro pianeta. Chi è più affezionato alla lettura di queste righe, sa già che sono attraversate da un cinico pessimismo che ritiene ormai varcato il punto di non-ritorno dei guasti ambientali. La sconfitta di Al Gore alle presidenziali americane riesce a fornirci anche una data per ratificare questa resa e chissà se faremo in tempo a dire ai nostri pronipoti che l’umana specie si è estinta per un pugno di voti taroccati in Florida.

Ma proviamo a raccogliere le residue schegge di speranza e cerchiamo di fotografare cosa va accadendo, cerchiamo di capire cosa fa il mondo per salvare se stesso. E allora immaginate un pianeta che smette di gettare nella pattumiera un terzo del cibo che produce e di ricavare energia dai combustibili fossili, pensate all’introduzione e allo sviluppo di sistemi di produzione che tengano conto in primis del loro impatto ambientale. Non stiamo vagheggiando di chissà quali utopici scenari, andiamo invece descrivendo con colpevole sintesi quella “economia circolare” che è già al centro del dibattito internazionale.

E’ di questi giorni la notizia che il Parlamento Europeo ha approvato un pacchetto di norme che adegua le economie dei Paesi membri ad un diverso tipo di sviluppo. Innovazione, nuove tecnologie, lotta agli sprechi, diminuzione dell’uso delle materie prime … si annunciano scenari che aprono nuovi posti di lavoro per centinaia di migliaia di giovani del Vecchio Continente. Visto che è ai ragazzi che affidiamo in consegna questo acciaccato pianeta, proviamo a farlo lasciandogli qualche idea … oltre alle scuse per averlo ridotto così.