La libertà è una stanza tutta per noi
Quei goodfellows di RBE stanno per trasmettere una monografia su Virginia Woolf e pochi giorni fa, il 29 aprile, è stato l'anniversario della morte di Caterina da Siena. Se riuscite subito a trovare il nesso tra i due eventi, spero che Mattarella vi affidi l'incarico di mettere su quel governo che i deputati non riescono a fare. Ma in realtà c'è un labile tratto che unisce la santa toscana con la scrittrice inglese ... ed è tutto in una frase: "Se una donna ha intenzione di scrivere, deve avere una stanza tutta per sé". Per Virginia Woolf questo aforisma darà vita ad un saggio e introdurrà delle conferenze, anzi v'è stato anche chi vi legge in trasparenza un annuncio delle rivendicazioni femministe. Per Caterina si presenta - più semplicemente - come l'aspirazione di una ragazzina che vive in una casa con 24 fratelli e sorelle (si, avete letto bene. Ventiquattro). Ma in un caso e nell'altro l'esigenza di uno spazio autonomo, foss'anche piccolissimo, è determinante perché significa marcare un territorio che fisicamente rappresenti il proprio mondo, le proprie idee. Immaginate cosa significasse domandare uno spazio autonomo per una ragazza nell'Inghilterra vittoriana o per una donna del Trecento ... ecco cosa accomuna Virginia e Caterina. Una stanza per fissare dei confini dalle ingerenze esterne e per difendere la propria libertà. Di più ... per descrivere l'essenza stessa della libertà.
Forse hanno ragione Caterina e Virginia, forse vale per tutti, donne e uomini: la libertà è una stanza tutta per noi.