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Si vota ... n'ata vota?


Troppo spesso si confondono i termini "democrazia" e "libertà". Non sono la stessa cosa, ma non voglio sfidare la vostra pazienza soffermandomi su questo. Concentrerei semmai l'attenzione sul primo di quei sostantivi, che deriva - per storia ed etimologia- dall'antica Grecia. Aspè ... non pensiate che nell'Atene di Pericle votassero proprio tutti. Donne, schiavi e stranieri erano esclusi dalle assemblee sul Partenone e poi la storia ha visto tanti differenti esempi di democrazia, dall'Italia dei comuni alla Svizzera di Guglielmo Tell, fino alle rivoluzioni americana e francese. Se proprio dovessimo trovare un denominatore comune di queste esperienze, forse potremmo rintracciarlo nell'estensione dei soggetti decisionali e - in tempi più vicini - nel carattere di rappresentatività che ha assunto la democrazia. Con gli Stati nazionali ed il conseguente aumento del numero di votanti, si è reso necessario percorrere la strada della rappresentatività, appunto. Si tratta di decidere chi vogliamo delegare, proprio per evitare di essere chiamati a dire la nostra su un sacco di cose. Un pò perché abbiamo da lavorare e altro da pensare, un pò perché se si parla di vaccini o di politica economica sarebbe bene che intervenissero scienziati e tecnici. La classe politica non dovrebbe essere altro che questo: tutti quelli che abbiamo chiamato a decidere al posto nostro ed ai quali a fine mandato renderemo conto del loro operato . Quasi ovvio che a questo debba corrispondere un compenso, anche ad Atene il pescatore o l'artigiano chiamato a votare riceveva un rimborso per la giornata persa di lavoro. La critica che spesso si fa alla "casta" ha certo una qualche legittimità, ma non deve sconfinare nella faciloneria pressapochista. Un parlamentare deve ricevere uno stipendio, che sia adeguato al compito e non smodato. Ma vengo all'oggi perché leggo che i partiti che hanno vinto le recenti elezioni vorrebbero chiamarci "a votà n'ata vota", arrivando al punto di indicare nel mese di luglio la consultazione. E no. Non ci sto, non capisco. Due mesi fa abbiamo già votato e tra i compiti dei rappresentanti del popolo ci dovrebbe anche essere l'obbligo di mediare, di arrivare a degli accordi e se necessario a dei compromessi. E' il vostro compito, vi abbiamo votati per questo, dateve da fà. Questo rimpallo di responsabilità è desolante e perfino rischioso. La democrazia è una forma di governo, non un concitato susseguirsi di elezioni.

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