Un cronista delle giornate qualsiasi
La concitata cronaca quotidiana consuma la nostra attenzione per qualche ora, ma intanto ha la colpa di farci smarrire le notizie che contano davvero. Pochi giorni fa è passata quasi sotto silenzio la morte di Ermanno Olmi .. e se a qualcuno il nome non dice niente lo saluto subito ciaociao anzi no, che è bene che almeno adesso conosca questo regista. Nel cinema italiano Olmi occupa decisamente un posto a sè, sia per il carattere originale della sua produzione sia per il suo stesso approccio alla macchina della presa. Con l'attenzione alle cose semplici della gente semplice, con l'afflato cristiano che sostiene la sua regia, Ermanno Olmi ci ha portato a guardare il mondo con gli occhi dei contadini, dei soldati affamati, della povera gente. Attenzione ... non è nell'esperienza neorealista che possiamo ritrovare i principi ispiratori del lavoro di Olmi. Nel raccontare la gente, dai suoi film non arriva l'esplicita denuncia sociale che è propria di Rossellini o di De Sica... semmai ci sono frammenti della cupa, sorda indignazione di un Pietro Germi o l'ingenuo disincanto di un Pasolini. A me piace ricordarlo soprattutto per quel formidabile affresco della vita contadina che è stato "L'albero degli zoccoli", che vidi in lingua originale (il bergamasco) con degli indispensabili sottotitoli. Ermanno Olmi ci ha lasciato una lezione di stile, di sobrietà, di asciutta eleganza ... ma anche di ironia. E se la fede è sempre presente nella trasparenza della pellicola dei suoi film, questo avviene senza ostentazione e senza complicati artifici. Forse la miglior sintesi del suo rapporto con Dio ce l'ha offerta con un brillante aforisma : "La creazione del mondo è una giornata qualsiasi". Ecco, questa è una definizione che gli sarebbe senz'altro piaciuta: Ermanno Olmi è un cronista delle giornate qualsiasi.