Lo sguardo di Magellano
Per valutare meglio un quadro spesso é necessario allontanarsi un pò per apprezzarne colori e disegno. Accade lo stesso quando vogliamo esaminare una situazione che ci riguarda da vicino, molto da vicino. Il rischio è infatti quello di pensare di trovarci al centro di tutto e che questo nostro piccolo mondo sia tutto il mondo. I social media alimentano questo paradosso, perché il più delle volte - invece che favorire uno scambio più ampio di relazioni - determinano un claustrofobico ripiegamento individuale e fanno restringere le nostre conoscenze ad un giardinetto di persone che la pensano più o meno come noi. Si finisce così per disegnare un personalissimo mappamondo, con al centro il pianerottolo di casa nostra. «La realtà si vede meglio dalla periferia che dal centro», così Papa Francesco ci invita a spostare drasticamente il nostro egocentrico punto di osservazione. Quando Magellano salpò dalla Spagna - così dice Bergoglio - pensava l'Europa in un modo; quando poi si è trovato tra due oceani all'estremo sud delle Americhe, l'Europa l'ha vista in modo molto diverso. Viviamo un'epoca segnata da particolarismi regionali e da egoismi corporativi, un'epoca dove si urla per coprire il vuoto delle idee mentre la paura del futuro fa chiudere le porte a doppia mandata. No, non è con questi tremebondi leader politici che si risolvono i problemi del nuovo millennio. Serve il coraggio dell'intraprendenza per affrontare nuove sfide e nuovi mari, fino alle periferie del mondo. Senza paura, con "lo sguardo di Magellano".