XVII - Cartolina dalla Papuasia, l'isola senza Facebook

Il fatto che qui il Ministro delle Comunicazione abbia temporaneamente "spento" Facebook non deve far pensare che il provvedimento coinvolga altri social media. La Papua Nuova Guinea ha messo al bando solo la Grande Effe Minuscola, il resto del web è liberamente fruibile. Questo apparente ostracismo a senso unico introdurrebbe qualche sospetto, se non fosse che invece chiama a qualche più urgente riflessione. Quando un emaciato Mark Zuckerberg si presentò in audizione al Congresso USA, or è un paio di mesi fa, la cosa che più gli premeva chiarire era proprio che la Facebook Inc. non è la sola sul mercato delle aziende digitali e tra queste non ha una posizione dominante. Alle orecchie yankees suona certo più intollerabile un abuso nella concorrenza commerciale che sapere in gabbia dei bambini messicani sulla sponda texana del Rio Grande. MySpace, Digg, Delicious, Xanga, Friendster ... sono solo alcune delle esperienze di social network che si sono infrante contro il colosso di Zuckerberg, uscendone con le ossa rotte. Se vi state domandando il perché, sappiate che sto facendo lo stesso anch'io da questa camera d'albergo mentre cerco di domare zanzare e cattivi pensieri. Per quel che vale il mio parere, ritengo che Facebook sia decisamente più semplice da usare rispetto alla concorrenza ... ma se vi arrivano idee migliori fatemi sapere. Quanto alla tutela della privacy, che è parsa essere il punctum dolens del gigante californiano, non credo possa rappresentare un vero problema. Da quel che mi è dato di vedere - almeno tra i facebookers italiani - la difesa dei dati personali non è tema particolarmente sentito. I nostri connazionali condividono in allegria foto di figli e nipoti, aggiornamenti di stato con preziose indicazioni per ladri e stalkers, pensierini che sfidano grammatica e codice penale. Saluti e "Gud Groß Morgen, Kaffe?", che nell'Unserdeutsch di Rabaul significa "Buongiornissimo, Caffè?".