XX - Cartolina dalla Papuasia, l'isola senza Facebook
Tra alcune tribù della Papua Nuova Guinea sopravvivono antiche superstizioni legate alla stregoneria e alla magia nera. "Sanguma" è il termine che qui adottano per definire queste pratiche e le persone che vengono accusate di svolgerle - per la più parte donne - finiscono per essere sottoposte a giudizi sommari e orrende sevizie e mutilazioni. E' un fenomeno così esteso che ha richiesto l'intervento governativo, grazie alla segnalazione di organizzazioni femminili. L'Europa ha conosciuto, almeno dal XV al XVII secolo, lo stesso tipo di manifestazione. Al punto che "caccia alla streghe" è diventato sinonimo di persecuzione infondata e preconcetta. Ma è lecito supporre che certe credenze siano antiche quanto l'uomo, se si pensa ai culti pagani e alle pratiche sciamaniche. A ben pensarci tutto si regge intorno ad una diceria, ad un rimpallare di voci che si ingrandiscono con il tam-tam del passaparola. Ed allora la donna sterile del villaggio papuano viene messa all'indice dalla sua tribù così come una tedesca del Medio Evo poteva finire sul rogo per la sola colpa di avere i capelli rossi. Per riportare il tutto sul nostro moderno glossario, si tratta di "fake news", di bufale, di notizie false che a furia di essere diffuse finiscono per arrivare alle orecchie di tutti. Nell'epoca dei social media e della comunicazione digitale stanno diventando sempre meno importanti la veridicità di una notizia e l'attendibilità di una fonte. L'importante è che la chiacchiera circoli, perché a forza di amplificarla finirà per essere percepita come autentica. Quando poi la fake news è in viaggio, provare a smentirla finisce per moltiplicarne la diffusione. Un pò quel che accade qui alle donne della "Sanguma", che aggiungono così alle ferite del corpo quelle dell'anima.
Saluti.