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XXI - Cartolina dalla Papuasia, l'isola senza Facebook


Quando il navigatore spagnolo Íñigo Ortiz de Retes approdò su quest'isola la chiamò Nuova Guinea perché gli indigeni gli parvero simili agli abitanti della Guinea, quella che sta in Africa. Non saprei dire quanto sia stato nel giusto, ma dovessi dire la mia non riesco a considerare i Papuani un esempio di bellezza fisica. Pur considerando le differenze etniche che li distinguono, qui gli uomini e le donne sono generalmente bruttini. Ed ho edulcorato il giudizio per non offenderli. Il naso grande e schiacciato, la fronte bassa, la mandibola prominente ... i caratteri somatici degli aborigeni difficilmente potrebbero attrarre un europeo. Ma appunto è proprio qui che volevo arrivare, non solo per confutare ogni presunta oggettività del concetto di bellezza, ma anche per provare a ragionare sul peso eccessivo che diamo all'aspetto estetico. Si dice che Pitagora tenesse le sue lezioni da dietro un sipario ed i suoi studenti così lo ascoltavano senza vederlo. Il filosofo greco intendeva manifestare in questo modo il primato delle sue idee rispetto all' "involucro" fisico che trasmetteva il suo sapere. Oggi - nell'epoca dei social media - i veri protagonisti della comunicazione sono i "belli" che su Instagram o su Youtube impongono le loro scelte nel vestire, nel makeup, nei consumi. Sono gli "influencers", per chi ha già dimestichezza con il fenomeno. Un ragazzetto come Cameron Dallas mette insieme più di 20 milioni di followers e - per fare un esempio italiano - Chiara Ferragni viaggia sui 12mila dollari per ogni suo post sponsorizzato. Differenti tra loro per stile, c'è però un denominatore comune nella loro comunicazione: gli influencers sono tutti belli, in salute, pieni di soldi e di gioia di vivere. Rappresentano ad un tempo il trionfo del narcisismo edonistico e la miseria effimera dei nostri tempi. Ed allora tutto ciò che è brutto, che è malato, che è povero viene messo da parte ... perché il marketing è così e lo show must go on. Mi affretto a chiudere, ché ho già scritto troppo e sono agli ultimi giorni di vacanza. Sento già che mi mancherà questa gente della Papuasia, gente semplice, di una povertà più dignitosa dei nostri eccessi consumistici. Che poi, a guardarli bene, 'sti Papuani mica sono poi così brutti.

© RADIO BELLA ETA'

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