Happy 4th of July, America
Oggi 4 luglio è l'Indipendence Day, il giorno in cui gli Stati Uniti d'America celebrano la loro festa nazionale. Se c'è qualcuno che accoglie la cosa con un ecchisenefrega , libero di farlo e difficile dargli torto. Provo ad andare avanti per quei curiosi che vogliono capire dove intendo arrivare. Non so se vale anche per voi, ma io sono cresciuto nel sogno americano. L'American Dream l'ho vissuto nella musica di Dylan, nelle pagine di Steinbeck, nel cinema di Orson Welles, nel sorriso di Marilyn Monroe, nei pugni di Cassius Clay aka Mohammed Alì. Un paese grande e ricco di contraddizioni, ma nel quale è possibile riconoscere quella tensione civile che - da Martin Luther King a Kennedy - ha saputo parlare al mondo di libertà e di democrazia. Un popolo che nasce e cresce per il mescolarsi di diverse nazionalità (il "melting pot") e che da questi differenti influssi trae la sua maggiore forza. Non è un caso che la Costituzione americana parli espressamente del "diritto alla felicità" delle genti, come se attorno a questa apparente utopia potessero appuntarsi le speranze dei milioni di uomini e di donne che hanno attraversato gli oceani per far parte di questa universale promessa. Ecco, questo è stato e continua ad essere il mio 'American Dream'. Vedere oggi le stelle e strisce rinchiudersi in una politica di dazi doganali, alzare muri contro i vicini e steccati contro i "diversi", mi sembra francamente innaturale, prima ancora che pericoloso. Nell'America di Trump stento a riconoscere il paese che conosco e che amo. Negli egoismi e nei particolarismi non c'è niente di quella apertura al mondo che ha reso grande gli States e che la statua della Libertà rappresenta tanto efficacemente. C'è di che preoccuparsi. Happy 4th of July, America. Tanti auguri, perché mai come adesso ne hai avuto bisogno.