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Un 11 luglio è per sempre


Si dice che i momenti più importanti della tua vita sono quelli in cui ti ricordi esattamente cosa è successo, siano essi positivi o tragici. Tutti si ricordano esattamente cosa stavano facendo l'11 settembre. Io potrei fare una cronaca minuto per minuto dell'11 luglio 1982, la partita vista rigorosamente da solo a casa dei miei mentre mamma cucinicchiava qualcosa e tutto il resto della famiglia era davanti ad un maxischermo (la tv di mia nonna) a Santa Marinella, l'impossibilità quasi di provare gioia, quasi attonito dall'enormità della cosa, la rapida fuga appena finita la partita verso la stazione per andare a Torino dove il giorno dopo avrebbero suonato i Rolling Stones per il loro concerto d'addio (!!!), e ad ogni stazione in lontananza città illuminate a festa, fuochi d'artificio, botti, urla belluine, e una stanchezza terribile, infinita, le palpebre che crollavano come se su quel prato avessi giocato io, anzi come se avessi giocato 11 partite, una per ogni giocatore... Niente a che vedere col 2006. Forse perché più grande, più disincantato, ma i deficienti che strombazzavano ebbri per le vie di Roma mi davano quasi fastidio, la gioia era una cosa mia personale, mentre nel 1982 era condivisa con milioni di fratelli. Sarà anche perché io i rigori non li vedo, quindi mi è toccato non vedere l'epilogo, confinato sul pianerottolo... E poi nel 1982 c'era stata la marcia trionfale, purissima, altissima, levissima, di una squadra che certo non era la più forte da sempre, ma in QUELLA situazione, in QUEL momento, non poteva essere battuta da nessuno. E quella consapevolezza ce l'avevano cinquanta milioni di italiani, incrollabile e non vado a scomodare paragoni imbarazzanti. Ma quell'11 luglio al Bernabeu il grande Real di Gento, la mitica Ungheria, una squadra inglese a caso, la top 11 dei brasiliani più forti di sempre con Maradona Pelé e Di Stefano a noi ce spicciavano casa. Quella sera eravamo i predestinati, gli Dei del Pallone. Non è più successo a nessuno, in Italia e fuori. Un 11 luglio, altro che un diamante, è per sempre.

© RADIO BELLA ETA'

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