Le separate in casa
Del variegato universo femmineo che indugia su Facebook, c'è un'affollata categoria che mi incuriosisce: quella delle "separate in casa". Come è facile intuire, parlo delle signore sposate che - con differenti accenti - non fanno mistero delle loro difficoltà matrimoniali. Certo che ne esiste anche mascola versione, ma per ovvi motivi mi arrivano più dirette testimonianze da parte delle donne e - se a qualcuno interessa - provo a mettere ordine in questo sparso coro di muliebri doglianze. E allora cominciamo con LE MARTIRI - "Lo faccio per i figli" è il loro mantra, e c'è forse una parte di vero. Su Facebook sono le prime a parlar male degli uomini, grossolanamente massificati come infidi e menzogneri. Di solito finiscono poi per invaghirsi di ometti meschini e sposatissimi. LE COMMERCIALISTE - In modo più o meno confessato, accettano di vivere vicino ad un marito solo per motivi economici. Non che non abbiano qualche ragione, ma sono destinate a non conoscere mai il sapore di un panino con la cicoria mangiato in tutta libertà e gaia solitudine. LE INFEDELI - Lo status di "separate in casa" serve per occultare certe incontenibili debolezze. Popolarissime nei loro condomini, almeno tra i bipedi di sesso maschile, provano a portare anche su Facebook la loro spensierata generosità. Ogni like, un corno. LE RETICENTI - Sono più sposate di una Mondaini in luna di miele, ma non lo fanno sapere. Più che "separate in casa", sono accasate in cerca di separazione. Mentre va in crisi il loro matrimonio, cercano di rovinare quello degli altri. LE INFELICI - Ce l'hanno con chi hanno sposato, con la vita, con tutti. La notte dormono su un divano invece che nel letto coniugale, ma poi di giorno si fanno scorrazzare in macchina dal marito part-time e sculettano su Facebook. ------ Lascio a chi ne ha voglia di arricchire questa già tormentata casistica. A me sembra di aver già troppo abusato della vostra cortesia e mi limito al richiamo di un aforisma di Cechov: "Se avete paura della solitudine, non sposatevi"