Mettendoci la Face e leggendo qualche Book
Ieri la Facebook Inc. ha messo a segno un nuovo record, ma stavolta in negativo: alla borsa di New York il titolo azionario della società californiana ha perso più di 100 miliardi di euro. Provate a scrivere la cifra e all'undicesimo zero vi renderete conto delle proporzioni dell'accaduto. Per il patron Mark Zuckerberg, co-fondatore e primo azionista del social network più popolare, il conto è stato di quasi 15 miliardi. Saperlo oggi declassato dal terzo al sesto posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo non ci commuove più di tanto, ad onor del vero. Ma lo spunto per qualche considerazione c'è tutto, per chi ha voglia e tempo di seguirci. Le vicende legate agli scandali Cambridge Analytica e Russiagate, le falle dimostrate dal sistema nella tutela della privacy e le conseguenti misure prese dai governi per porvi rimedio hanno determinato un sensibile rallentamento della crescita del numero degli utenti di Facebook. Il fatto che il dato più negativo arrivi dall'Europa non è casuale: le regole comunitarie contro l'abuso sulle informazioni digitali rappresentano una novità che Zuckerberg&Co. faticano a digerire. In questi mesi tre milioni di europei hanno cancellato il loro account; anche se non si può parlare di esodo è certamente un indice significativo di disaffezione e sfiducia. A chi è abituato a sostare sotto la Grande Effe Minuscola per impiattare lasagne o sbuongiornare caffè il crack di Facebook arriva tutt’al più come utile informazione. Va peggio a chi va usando quella piattaforma come una clava telematica per menar fendenti a colpi di fake news, va male ai politici che lo usano come unico strumento di comunicazione ... ché a furia di live video ci ritroviamo con dei governanti che non sanno scrivere una riga di proprio pugno. Ecco, forse potremmo tornare ad informarci ed a comunicare fuori da Facebook. Magari mettendoci la Face e leggendo qualche Book.