L'estate sta finendo

L'estate sta finendo, e chiamate i Righeira a dirlo per me. Dovessimo provare a condensare in un'immagine questo nostro tormentato agosto non possiamo non andare col pensiero alla tragedia di Genova e a quel ponte. Quasi più ancora delle macerie, nelle drammatiche foto dell'accaduto si rivela struggente quel taglio feroce, quella cinica frattura della costruzione. Perché un ponte è fatto per unire, mentre oggi il viadotto Polcevera si presenta ai genovesi quasi come una raffigurazione omerica di uno scisma. Il meteo regala spesso degli spettacoli affascinanti, ma dovessi chiedervi quale di questi trovate più suggestivo sono certo che sareste in molti ad indicare l'arcobaleno, io con voi. Quell'arco nel cielo, con il suo spettro di colori, è qualcosa che ogni volta ci fa restare a bocca aperta. Ogni volta uguale, ogni volta diverso. Nella Genesi testimonia il patto che Dio stipula con gli uomini, ma anche nelle religioni pagane questo fenomeno ottico è denso di significati. Ad esempio, nella mitologia nordica l'arcobaleno è un vero e proprio ponte ad uso degli Dei. Un ponte, appunto. Viviamo giorni, ma sarei a dire un'epoca nella quale - a dispetto di tecnologie che disegnano spazi di comunicazione sempre più ampi - anzichè aprirci ci andiamo arroccando. Parlerei anzi di una "ritirata" non dichiarata davanti alla complessità del mondo d'oggi. Un arretramento dove avveleniamo i pozzi della conoscenza, dove incendiamo le foreste del sapere, dove facciamo saltare i ponti della solidarietà mentre fuggiamo da un nemico che abita solo nelle nostre paure. La speranza è che finisca presto questo tsunami di volgarità che trova nei social network la sua più rozza testimonianza. Un popolo di non-lettori che non scrive più in una lingua compiuta, ma vomita sgrammaticato odio e diffonde strampalate sciocchezze. Ma tranquilli ... presto o tardi finirà questo imbarbarimento delle coscienze. Prima o poi spunterà l'arcobaleno, ponte tra terra e cielo.