Domani è un altro giorno

La notizia la colgo dall'autorevole "The Guardian", ma prima che la ufficializzassero i numeri era già nell'aria da tempo: i giovani stanno lasciando Facebook per migrare su altre piattaforme. L'articolo del quotidiano britannico riporta che Snapchat è il social più frequentato per chi ha (beati loro) dai 18 ai 24 anni. Di contro, il dato significativamente più rilevante sta nell'esponenziale crescita degli utenti over 55 sotto la Grande Effe Minuscola. Il giornalista del Guardian non innesta altre considerazioni a margine dei dati presentati, proviamo a svolgerne qualcuna noi. Perché questa disposizione generazionale nei confronti dei social media intanto impone delle strategie pubblicitarie nuove. Quello che per molti di noi è mero esercizio statistico comporta una diversificazione dell'offerta per chi fa business; se serve per spiegarmi meglio, il ricco mercato dei videogames, dell'abbigliamento giovanile, delle bibite finirà per spostarsi anch'esso laddove bazzicano le nuove generazioni. Ma aggiungerei una considerazione in più, nel rilevare il favore che i giovani accordano a Snapchat. Come forse saprete, questa applicazione ha la particolarità di consentire lo scambio di messaggi, foto e video ma tutto questo materiale resta disponibile in rete solo per 24 ore. Dal punto di vista funzionale, questo "alleggerisce" considerevolmente l'app, che non a caso funziona solo su smartphone e tablet. Ma provo ad estrarne una considerazione più "filosofica" ... le comunicazioni in questo modo perdono la loro memoria, la loro traccia storica. Mentre Facebook si ostina a ricordarci quello che avevamo scritto 2,5, 10 anni fa, Snapchat cancella tutto. Non esiste più il passato e l'oggi si consuma fino a mezzanotte. Chiamo Rossella O'Hara a dire per me che "Dopotutto, domani è un altro giorno".