Prima l'italiano

La pagina Facebook di quei ragazzacci di Radio Bella Età ha raggiunto i 30mila followers. Mentre li immagino intenti a festeggiare nei peggiori bar di Caracas, mi provo a svolgere qualche riflessione a margine del fausto evento. Intanto, aiutatemi a tradurre in un convincente italiano la parola inglese "followers". No ... "seguitori" e "inseguitori" non è il caso perché trasformerebbe in orda minacciosa un pacifico insieme di ascoltatori della radio. D'altro canto usare il termine "seguaci" parrebbe riferirsi ad una setta, più che a una libera concentrazione di amanti della buona musica. "To follow" in italiano significa "seguire", incontestabilmente. Ma in senso più esteso sta anche per "sostenere"; io che in Inghilterra ho sempre tifato per il Tottenham ho un casino di copricapo con la scritta "Follow the Spurs". Allora, visto che ricorrere alla parola "fans" mi farebbe cozzare di nuovo sulle bianche scogliere di Dover, userò da qui in poi la parola "sostenitori" in luogo dell'inglese "followers". Quindi, rallegramenti a RBE per i suoi 30mila sostenitori. Ecco fatta la nostra buona azione del giorno, abbiamo restituito alla lingua italiana una voce che rischia di essergli sottratta. Perché viviamo tempi dove il "Prima gli Italiani" sembra essere diventato un mantra da cadenzare no-stop sui social media, spesso scippando le acca e violentando i congiuntivi, mentre viene trascurato il "Prima l'Italiano". Dico proprio del rispetto e della difesa della nostra lingua, bella quanto il Paese che la parla. "Prima l'italiano", allora. Facciamo in modo che non sia solo urlato nelle dirette Facebook o cinguettato su una riga di Twitter. "Prima l'italiano" perché ci piace vederlo scritto come si deve, in modo corretto e senza errori; perché é la lingua di Dante, di Petrarca, dei nostri padri e dei padri dei nostri padri. Perché della lingua italiana siamo estimatori, ammiratori, followers ... ooops volevo dire sostenitori.