Sono andato a nuotare
In una trasmissione radiofonica Lucia Borgonzoni ha candidamente confessato che non legge un libro da tre anni. Sento già mescolarsi nell'aere due sciolte reazioni: "esticazzi" e "ecchiccazzoèquesta". Vengo a sciogliere il sofferto impaccio: la tipa è sottosegretario, e il fatto che lo sia dei Beni Culturali rende l'improvvido outing particolarmente bizzarro. Come sapete, le statistiche sulla vendita e la lettura dei libri da parte degli italiani sono impietose: più della metà dei nostri connazionali non ha neanche sfiorato un tomo nell'anno di grazia 2017. Ci si aspetterebbe però che un pò di frequentazione con le librerie ce l'abbia chi è chiamato a governare o comunque a posizioni di responsabilità. O forse no, forse sbaglio io a pensarlo, perché società civile e rappresentanza politica vanno saldandosi come forse mai è avvenuto nel recente passato. So che dovrei salutare la cosa con soddisfazione, mentre invece me ne ritorna una preoccupante eco. Almeno a dar retta ai social network, la cultura e la conoscenza vengono emarginati, mortificati, quasi irrisi. A che serve dedicare anni di studio alla medicina se poi sui vaccini ognuno può sparacchiare la sua su Facebook? A che pro laurearsi in ingegneria se poi - dopo la tragedia del ponte Morandi - può liberamente twittare di collaudi statici gente che non saprebbe fare una moltiplicazione? Se volete testare il fenomeno, provate a correggere sui social un errore grammaticale: vi sentirete subito apostrofare come "prof", addensando nel termine ogni possibile accezione negativa. Perché gli italiani vogliono essere come sono, a che serve studiare per chi è laureato all' "Università della Vita", il fantasioso ateneo di questa Italia cialtrona e analfabeta. Perfino ovvio che da un Paese del genere i ragazzi che hanno studiato davvero se ne vadano per cogliere all'estero i riconoscimenti che meritano.
Io no, io resto qui. L'età mi consente di guardare al domani senza illusioni e all'oggi con tenero disincanto. Finirò con l'annotare le cose come Kafka sul suo diario: "2 agosto 1914, la Germania ha dichiarato guerra alla Francia. Nel pomeriggio sono andato a nuotare".