Spaghetti di riso
La notizia probabilmente la sapete già: la Candy è stata comprata dai cinesi del gruppo Qindao Haier. A meno che non siate un lavoratore dell'azienda brianzola suppongo che la cosa non vi turbi il sonno. Neanche può destare preoccupazione il fatto di sapere che, dopo Zanussi e Indesit , con la Candy se ne va anche l'ultimo significativo brand italiano nel settore degli elettrodomestici. Dopo aver visto passare sotto il controllo cinese dei colossi come Pirelli, Telecom e Enel, davvero non desta sorpresa quest'ultima operazione. Non occorre neanche che vado avanti nel monitoraggio della presenza cinese nella nostra economia: dalle quote azionarie delle maggiori banche nazionali alla presenza sulle griffe della moda fino alla proprietà di società di calcio come Inter e Milan, proseguire si tradurrebbe in una noiosa perdita di tempo.
Piuttosto che soffermarmi su questi grandi spostamenti di capitale, preferirei semmai sostare un momento sugli interventi cinesi nella nostra micro-economia. Se a Roma passate per l'Esquilino o a Milano per via Paolo Sarpi, è facile rendersi conto di come la comunità cinese abbia finito per modificare la stessa composizione urbana. Attenzione, di questa progressiva presenza qui non voglio neanche incidentalmente trarne un giudizio; vado solo cercando di "fotografarla" fino ad aggiungere qualcosa in più.
Provate ad interrogare Google con una funzione di ricerca "vendere ai cinesi" e guardate il risultato che se ne ottiene. Sono decine i siti che offrono mediazioni per la vendita di immobili e di attività commerciali. La previsione è perfino ovvia: un pezzo alla volta, ci stanno comprando. A dire il vero, quel che non comprano è perchè preferiscono acquistarlo altrove: il terminal europeo dei container delle navi cinesi è diventato il porto greco del Pireo, rilevato dal gigante orientale Cosco Shipping dopo che avevano inizialmente pensato a Taranto. Vista la situazione e intossicati tra i miasmi dell'ILVA e le incompetenze dei politici, hanno preferito migrare altrove.
Mentre da noi i ponti cadono e non si sa come costruirne, la Cina ha appena varato il collegamento sul mare tra Macao e Hong Kong: 55 km di ponti e gallerie. Forse è inesatto dire che i cinesi ci stanno comprando. Siamo noi che stiamo in offerta, come spaghetti al supermercato. Spaghetti di riso, naturalmente.