Nadia e Denis
Chissà se Nadia Murad e Denis Mukwege si sono mai incontrati; eppure le loro vite si somigliano al punto che per un giorno si sono sovrapposte. Ieri l'Accademia di Stoccolma ha conferito ad entrambi il Nobel per la Pace e con la stessa motivazione:"per la loro lotta contro l'uso della violenza sessuale come arma di guerra". Converrete che meritano qualche riga in più, anche su questo disordinato blog. Denis Mukwege è un medico congolese che nel suo paese ha creato un ospedale specializzato nelle cure e nel supporto alle vittime di stupri. Il Congo è da anni martoriato dalla guerra e le donne sono le prime vittime di questo massacro. Nadia Murad ha conosciuto invece in prima persona l'infame violazione dello stupro, continuato e di gruppo. Nadia è un'irachena yazida, una minoranza etnica vessata dal Califfato. E' stata prigioniera dei terroristi dell'ISIS e di questa terribile esistenza ha pubblicato un'autobiografia ("L'ultima ragazza", Mondadori editore). In un passo del libro scrive "A un certo punto non resta altro che gli stupri. Diventano la tua normalità. Non sai chi sarà il prossimo ad aprire la porta per abusare di te, sai solo che succederà e che domani potrebbe essere peggio". Nadia è riuscita miracolosamente a fuggire da quell'inferno ed ha fatto della sua vita una testimonianza permanente della lotta alla violenza sulle donne. Trovo significativo che il Nobel per la Pace sia stato dato a Nadia Murad e Denis Mukwege, perché finché ci sono donne che soffrono per coercizione, privazione e violenza non può esserci pace sul pianeta. E allora grazie, insieme, a tutt'e due: Nadia e Denis.