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Grand Canyon


Se vi dicessi che la mia scrivania è qualsiasi piatta superficie mi si presenti non sarei lontano dal vero. Ma dovessi indicare il mio più abituale tavolo di lavoro allora vi condurrei qui, a Roma, nel quartiere di Monteverde Vecchio. L'aggettivo "vecchio" non è posto a caso, perché è un insediamento di decenni precedente alla parte di Monteverde che - senza troppa fantasia - viene chiamata Monteverde Nuovo. Se vi annoio con queste informazioni è perché riesco a comprendere come delle ottocentesche strutture possano accusare l'usura del tempo. Quello che mi riesce più difficile da capire è il perché questo si traduca in un cantiere no-stop che somiglia al girone degli avari, quelli che nell'Inferno dantesco trasportavano un macigno su una collina per farlo rotolare giù e ricominciare. Qui tutti i giorni fanno una buca, la richiudono, la asfaltano e ne rifanno un'altra, poco distante o nello stesso punto. Ieri per il gas, oggi per la linea telefonica, domani per le fogne e via così, in un loop infinito che sfida in decibel ogni più tollerante timpano. Un giorno che non si presentò nessuno stavo per scendere con un piccone, giusto per tenere in esercizio le viscere di questa tormentata strada. È così annosa la storia che stavo pensando di trasformarla in un business. Un tour operator che raccolga qui i pensionati interessati alla diretta visione di questo lento ma appassionante avanzamento dei lavori. Già me li vedo, pullmann di attempati bergamaschi pronti a monitorare i fiacchi progressi delle opere, charter di anziani giapponesi ansiosi di testare la velocità dei cantieri, carovane di umarelli bolognesi sgomitare per premere sulle reti che delimitano le buche. Già penso a che affare può essere la vendita di cartoline raffiguranti le nostre tormentate voragini, roba che il Grand Canyon al confronto diventa un monotono disporsi di pietre. Insomma sul business pensateci su, perché cerco dei soci. Ora mi affretto a salutarvi prima che arrivino scavatrici e betoniere a metter fine allo scritto. Sullo sforacchiato pentagramma della mia vita, la musica la esegue un martello pneumatico.

© RADIO BELLA ETA'

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