Mamma Eleonora
La tragedia della discoteca "Lanterna Azzurra" ha messo in moto una ridda di commenti e i social media non sono capaci nemmeno di fermarsi in silenzio per rispettare il lutto. Macchè ... è subito partito un coro di accuse. Lascio perdere, per affidarle ai magistrati, quelle rivolte ai proprietari della discoteca e agli organizzatori della tragica serata. Mi fermo invece un momento a riflettere sul monito che dal web si leva verso questa "gioventù perduta"", sulla "musica perversa" che ascoltano, insomma sulle miserie morali di questi Millennials. Molti scoprono solo adesso la musica Trap, i suoi testi e i suoi interpreti, per ricavarne dei facili bignamini di sentenze un tanto al chilo. E no, non mi convince questa interpretazione. Troppo facile, al punto da suonare auto-assolutorio questo indistinto j'accuse su tutta una generazione. Perché forse ci fa sentire meglio ignorare che sono nostri figli e nostri nipoti, cresciuti (anzi nemmeno sbocciati) all'ombra di una società fatta di griffe e non di valori, di precariato e non di lavoro, di likes invece che pacche sulla spalla, di emoticon invece che carezze, di tweet invece che ragionamenti. Non può esserci futuro per una società che quando parla di memoria non si riferisce a delle pagine di storia ma a dei Giga per l'I-phone. Non è lanciando anatemi da Facebook che possiamo comprendere il disagio di questi adolescenti, ma iniziando ad interrogarci noi per primi sul mondo che gli andiamo consegnando. E soprattutto, sforzandoci di comunicare con loro e cercando di dividere con loro il tempo, nella qualità e nella quantità. Forse in queste ore dovremmo tutti prendere esempio da Eleonora Girolimini, la donna di 40 anni che ha perso la vita in quella maledetta sera. Lei c'era, con la figlia che oggi dice «Mamma mi ha protetto fino all'ultimo istante. Quando siamo finiti in mezzo alla folla lei urlava "c'è la piccola c'è la piccola". Cercava di farmi spazio con il suo corpo per non farmi schiacciare, poi è caduta più in basso». Sì, dovremmo imparare tutti da Eleonora, che lascia con la figlia anche due gemelline di sette anni e un bimbo di neanche un anno. Prendiamola ad esempio, perché lei c'era, perché questi nostri ragazzi non vanno lasciati soli. Li abbiamo lasciati soli per troppo tempo.