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Come ami tra la gente


Se lo fai a distanza di tempo, rileggere un libro è come aprirlo per la prima volta. Ho ripreso tra le mani un breve saggio, che chissà da quanto tempo dormiva tra i miei disordinati scaffali. L'autore è lo storico francese Marc Bloch ed il titolo è "La guerra e le false notizie". Spero di non annoiarvi se provo a sintonizzarlo sulle tormentate frequenze dell'oggi, dominate dai social media e disturbate dalle fake news (o bufale, che dir si voglia). Bloch scrive della sua esperienza nella prima guerra mondiale, svolta prevalentemente in quel "fronte occidentale" raccontato da Remarque, quella linea di trincee che inghiottì le vite di milioni di ragazzi. Il saggio di Bloch somiglia ad un diario, almeno nella sua prima parte. Una narrazione quotidiana degli eventi scritta più per tenerne traccia che per rigore storico. Tra le pieghe dello svolgimento, l'autore ci rende partecipi del fatto che le testimonianze dirette degli accadimenti, anche se rese appena a pochi giorni di distanza, sono spesso approssimate e lacunose. Il suo reparto è uscito per una sortita notturna verso i reticolati tedeschi? Tra i suoi commilitoni c'è chi la ricorda come una notte stellata, chi come svolta sotto un acquazzone, chi addirittura come effettuata di giorno. Insomma, Marc Bloch ci mette in guardia da certe affrettate ricostruzioni e - da storico attento - prende spunto da queste testimonianze difformi per metterci in guardia dalle facili adesioni. E' un po' quello che ci capita ogni volta che su Facebook condividiamo una notizia senza esserci sincerati della sua attendibilità. Ma c'è una cosa in più e forse di maggior interesse. Il libro parla della velocità con la quale circolano le "false notizie" e lo fa con un esempio: tra le truppe francesi circolava insistentemente la notizia dell'arrivo di un forte contingente di russi al porto di Marsiglia, pronti per arrivare fino al fronte per dare una mano alle truppe dell'Intesa. Era una diceria, del tutto falsa ... ma nel suo rapido propagarsi la 'fake news' si arricchiva di particolari sempre più fantasiosi, al punto che c'era chi giurava che i russi li aveva già visti in marcia verso le linee. Insomma, oggigiorno la bufala viaggia sui binari TAV dei social network ... ma risponde agli stessi meccanismi psicologici. Non è importante che la notizia sia vera, l'importante è che corrisponda a quel che vorremmo leggere, messa lì per far abboccare più pesci possibile. Franco Battiato la canterebbe come "moneta sonante da gettare come ami fra la gente".

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