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Via da Facebook


Con un asciutto comunicato, Unicredit ha fatto sapere che non sarà più su Facebook, Messenger e Instagram. Provo a vincere il coro degli "ecchisenefrega" per ricavare dalla notizia qualche considerazione. Il fatto che uno dei maggiori istituti bancari europei si sfili dai social network più popolari è argomento che merita infatti una riflessione, tanto più che è di pochi giorni fa una scelta analoga da parte di Lush, un brand famoso della cosmetica. Fin qui ogni azienda ha cercato di trovare visibilità anche nell'agitato mare magno dei social media e gli investimenti sono diventati così importanti da rendere queste piattaforme dei colossi digitali. Se serve per meglio spiegarmi, la Facebook Inc. vale circa 500 miliardi di dollari mentre il PIL dell'Austria è di 400. Che è come dire che Mark Zuckerberg, mentre sta passeggiando per Klagenfurt, può legittimamente pensare di comprarsi tutta la Carinzia. Ma torno al fatto che alcuni brand iniziano a sottrarsi dall'ingombrante ombra della Grande Effe Minuscola. Le pagine delle aziende rappresentano certo un veicolo per comunicare con la clientela, ma le falle che i social hanno manifestato sul delicato fronte della privacy rischiano di diventare un pericoloso boomerang per Zuckerberg&C. Restare appesi alle fragili tutele degli algoritmi di Facebook è un rischio che qualcuno non intende più correre. Ma c'è qualcosa di ancora più epocale in questo accenno di esodo ed è tutto dentro gli stessi meccanismi della comunicazione facebookiana. Ormai è dimostrato come sia facile approntare un piccolo esercito di profili fake da impiegare per orientare le preferenze dei consumatori/elettori. Non è un caso che, prima di Lush e Unicredit, c'è stato anche un altro clamoroso caso di abbandono della comunicazione sui social network. Alexandria Ocasio-Cortez ha 29 anni ed è la più giovane parlamentare donna che sia stata mai eletta al Congresso statunitense. Newyorker, è tipa che parla di sanità e università gratuite, di tasse per i più ricchi, di regolamentare la vendita delle armi, di sviluppo di un'economia "verde". Beh, lei ha deciso di fare a meno di Facebook e dintorni. Dice che non ha bisogno di far conoscere le sue idee con dei post e che non le servono i likes per ricevere degli incoraggiamenti. Chissà che i nostri politici e governanti non abbiano da prendere ad esempio questa ragazza. Di questi tempi, saperli meno presenti nei selfie e di più sulle cose da fare ci regalerebbe un tiepido ma incoraggiante conforto.

© RADIO BELLA ETA'

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