Lacrime da asciugare
È uno di quei casi dove la foto parla più di mille parole: in una corrida un torero, prima di uccidere, asciuga le lacrime del toro. L'animale è ferito, sanguinante, esausto, impotente davanti a questa inutile, ultima sopraffazione. È accaduto a Siviglia e l'autore del gesto maramaldesco è un tipo che si fa chiamare Morante de la Puebla, ma proviamo a leggere l'accaduto con gli occhi del toro. Sbattuto in un'arena vociante, dopo aver inutilmente cercato una via d'uscita si ritrova prima alla mercé di aguzzini che lo colpiscono ripetutamente con delle punte di acciaio poi al cospetto del suo macellaio, un tipo vestito a metà tra Mago Zurlì e una mountain-bike. Pensare che questa mattanza possa ancora andare in scena in un Paese civile dell'Europa del XXI secolo è francamente sconcertante, eppure la corrida è considerata dalla legge spagnola come "bene culturale e tradizionale di interesse nazionale" (sic!), al punto che il parlamento della Catalogna che aveva vietato nel 2010 gli spettacoli taurini s'è visto poi annullare l'interdizione dalla Corte Costituzionale spagnola. Il 26 maggio andremo a votare, da europei e per l'Europa. Forse eliminare lo sconcio delle corride per qualcuno è poca cosa, io dico invece che ci farebbe sentire tutti migliori, spagnoli e non. Perché nel Vecchio Continente abbiamo già troppe lacrime da asciugare.