Fiocchi di neve
Snowflakes, "fiocchi di neve". E' il modo sprezzante con il quale l'America di Trump nomina gli ecologisti, le femministe, insomma chi si batte per i diritti civili di tutti. Da noi si potrebbe tradurre con quel "buonista" che troppo spesso affiora nel linguaggio della politica. "Fiocchi di neve". All'immagine va riconosciuta una certa immediatezza. Come i fiocchi di neve, molte di queste tensioni ideali sono belle a vedersi ma una volta a terra finiscono per sciogliersi, così come tante buone intenzioni muoiono appena si misurano con la realtà delle cose. Eppure c'è qualcosa che non mi convince in questo sbrigativo modo di liquidare ogni più piccolo alito di purezza di pensiero, foss'anche effimero e leggero quanto un fiocco di neve. Intanto potremmo lasciarlo almeno ai giovani, ché se a vent'anni gli togliamo anche il sogno di cambiare il mondo, beh allora tanto vale consegnarli direttamente ad un futuro senza speranze. Il guaio però è che quando i ragazzi provano a dirci qualcosa, invece di ascoltarli li deridiamo. Se fate una passeggiata sui social media, quella Greta Thunberg che è venuta di recente anche dal Papa è uno dei personaggi più sbertucciati sul web. Greta ci ricorda che stiamo lasciando un pianeta in coma, a lei ed ai suoi coetanei. E mentre noi la prendiamo per culo su Facebook, gli abitanti delle Maldive stanno comprando dei terreni in India dove migrare quando le acque copriranno del tutto i loro atolli. Accadrà nel 2050, non in un'altra era geologica. Il riscaldamento globale è un fatto scientifico accertato e dobbiamo farci i conti, subito. O finiremo per rimpiangere, con i ghiacciai, anche i "fiocchi di neve" che non abbiamo voluto vedere.