Noa, che ha chiuso gli occhi al mondo
"L'Olanda ha autorizzato l'eutanasia per una diciassettenne". Più o meno la notizia è arrivata così e chi è abituato a chiudere la lettura alla seconda riga resterà convinto che alla giovane Noa Pothoven le autorità abbiano permesso il "suicidio assistito". E invece no, le cose non stanno così, la notizia è falsa. ma col vostro permesso a questo ci arrivo in coda. Ora mi preme di più segnalare come stavolta la fake news non abbia viaggiato tanto sui social media quanto proprio sugli organi di informazione "tradizionali", dal "Corriere della Sera" a "La Repubblica". E la bufala non ha riguardato solo la stampa italiana, anzi è stato l'inglese "Daily Mail" il primo a riportarla. A nessun giornalista in queste ore è venuto in mente di fare la cosa più semplice, oltre che doverosa: quella di documentarsi e di verificare le fonti. Sarebbe bastato frullare Google per trovare un'intervista alla ragazza del dicembre 2018 dove spiega che "la domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni". E invece no. Il copiaincolla è diventato ormai uno smodato esercizio anche per certe redazioni. Noa si è lasciata morire, senza mangiare e senza bere e con il permesso della sua famiglia, nonostante le autorità sanitarie olandesi fossero intervenute in più occasioni. Per 30 volte in un anno (trenta, avete letto bene) è stata sottoposta a coma farmacologico per alimentarla forzatamente. Noa aveva conosciuto degli abusi sessuali nella sua infanzia che l'avevano segnata così profondamente da ferirle l'anima, da toglierle la volontà di vivere. Non sta a me, non sta a noi giudicare la sua scelta e quella della famiglia che l'ha vista spegnersi. Su certe situazioni bisogna intervenire con discrezione, evitando giudizi frettolosi e rispettando, con la vita umana, anche il dramma dell'individuo e della sua famiglia. Davanti a certi accadimenti bisognerebbe scrivere in punta di penna, con i guanti di velluto ... non con il megafono di media approssimativi e caciaroni. Abbassate i toni, allora, per favore. C'è una ragazza che ha appena chiuso gli occhi al suo mondo di sofferenze. (Nella foto, Noa a marzo all'ospedale di Rijnstate, con la visita dei giocatori del Vitesse © Photo Erik van Hullenaar)