Il caffè di Samantha
Gli italiani sono capaci di dividersi su tutto, dal calcio alla politica. Ma davanti alla tazzina di caffè ci ritroviamo tutti dalla stessa parte, mulinando il cucchiaino come una cosa sola. I social network testimoniano questo nazionale tributo verso la nera pozione, al punto che il buongiornissimo-kaffè è diventata la mattutina laica preghiera dell'italiano medio su Facebook. All'estero è così riconosciuta questa nostra propensione che la parola "espresso" è probabilmente il sostantivo italiano più conosciuto nel mondo. Anzi, se una qualche civiltà extraterrestre volesse prendere contatto con la nostra specie, le abbiamo già fatto annusare l'inconfondibile aroma di quella spremuta di chicchi. Certo sapete che Samantha Cristoforetti è stata la prima astronauta italiana, ma forse i più non ricorderanno che lei è stata anche protagonista di un altro record: ha preparato la prima tazzina di caffè nello spazio. Grazie alla sofisticata tecnologia di una macchina a capsule in grado di funzionare in assenza di gravità, Samantha ha potuto gustare la calda bevanda sull'ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Prima di congedarmi per bere anch'io il mio caffè, il deontologico scrupolo del cronista mi impone pero' di completare la storia. Perché se è vero che la miscela è determinante per la riuscita di un buon espresso, l'altro fattore decisivo è il liquido con il quale farne soluzione. I napoletani da sempre ci dicono infatti che il loro caffè è così buono anche per merito della leggerezza dell'acqua partenopea. Se torniamo per un momento a bordo dell'ISS devo allora svelarvi cosa bevono gli astronauti: urina. La loro stessa urina. Ad esser precisi il mix delle loro urine allegramente miscelate e poi ovviamente trattate e filtrate. Insomma il primo caffè espresso nello spazio è stato fatto in quel modo. E il guaio per Samantha che non ha potuto nemmeno lamentarsi con un inesistente barista: "me lo rifaccia, questo sa di pipì".