L'altra faccia della Luna
"E pure questo Moon Day ce lo siamo tolti dalle scatole", lo dico ripulendo una battutaccia da cinepanettone non saprei dire quale. Ma invece no, perché un paio di cose mi sono rimaste nella penna e ve le scrivo sull'altra faccia della Luna. Delle teorie complottiste se n'è parlato anche in questi giorni, perché come sapete c'è chi non crede o almeno mette in dubbio che Amstrong e Aldrin abbiano davvero passeggiato lassù. Non entro nel merito della polemica, che giudico francamente inconcludente. Mi interessa di più provare a censire il numero di quelli che credono che le missioni Apollo siano state frutto di falsificazioni. Mano ai numeri, allora. Nella seconda metà degli anni '90 due sondaggi, uno di Time l'altro della Gallup, indicavano entrambi un 6% di americani che non credevano all'autenticità degli sbarchi lunari. Si tratta di una percentuale non trascurabile, ma comunque esigua. Le cose cambiano con l'estensione dell'uso di internet e con l'avvento dei social media. Autorevoli testate come il tedesco "Der Spiegel" o il britannico "The Guardian" hanno rilevato un aumento consistente dei lunacomplottisti, con percentuali che vanno dal 25% fin quasi al 50%. Vero è che si tratta di sondaggi su base volontaria ed è naturale che rispondano più gli scettici che i convinti, ma è comunque un dato che dà da pensare. Ognuno ricavi da sé le sue considerazioni, la mia è che i social network favoriscono la diffusione delle notizie false ed alterate. Il Nobel per la scoperta dell'acqua calda quest'anno non me lo toglie nessuno.