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Il Ponte del Mai Più


Un anno fa, alle 11:36 del 14 agosto, la sezione del ponte Morandi sopra la zona industriale di Sampierdarena crollò provocando 43 morti. Non vorrei aggiungere molto al cordoglio che rinnoviamo per le vittime e per le loro famiglie, lascio a chi spetta il compito di interrogarsi sulle cause e sulle responsabilità di una tragedia che immediatamente il presidente Mattarella giudicò "inaccettabile". Trovo invece che il modo migliore per onorare quei 43 morti è adoperarci perché di queste sciagure non accadano più. Il crollo del Ponte Morandi ha infatti messo a nudo il grave stato manutentivo delle nostre infrastrutture. E allora, concretamente, cosa è possibile fare? Qui provo a mettere nero su bianco alcune linee-guida, mentre sfido i chiacchieroni della politica a mettere in sicurezza un Paese che cade a pezzi. MONITORAGGIO SATELLITARE - è notizia di pochi giorni fa: il satellite radar Cosmo-SkyMed gestito dalla NASA aveva registrato dei pericolosi movimenti del ponte Morandi già dal 2015. E' lecito supporre quindi un impiego dei satelliti nel monitoraggio dei viadotti stradali e ferroviari; RESILIENZA - nella progettazione delle moderne città e delle infrastrutture questo va diventando un concetto imprescindibile. Significa pensare a costruzioni sostenibili dal punto di vista ambientale ed in grado di adeguarsi alle prove del tempo e del maltempo. L'architettura e l'ingegneria sono chiamate a "ripensare" le tecniche costruttive, perché qui c'è davvero bisogno di innovazione;

COGNITIVE COMPUTING - in Italia la più parte delle opere di ingegneria civile sono state realizzate nel ventennio 60/70 e la vita media di queste realizzazione va dai 50 ai 70 anni. A dirla più semplice, viviamo e ci muoviamo in un gigantesco parco di infrastrutture obsolete quando non fatiscenti. Occorre proseguire nel censimento intrapreso dall'Archivio Informatico delle Infrastrutture fino ad allestire una rete di acquisizione e di analisi dei dati (Cognitive computing) sullo stato di ferrovie, strade, ponti, viadotti, reti di distribuzione di acqua ed energia. MANUTENZIONE PREDITTIVA - Continuiamo a spendere milioni di euro per tappare buchi (spesso ingrassando ditte che svolgono dei raffazzonati lavori) quando invece bisogna accorpare in un unico registro la "mappa" delle infrastrutture, al fine di coordinare gli interventi manutentivi ordinari e straordinari e per ottimizzare al meglio le risorse economiche ed umane.

 

Mi fermo qui, per sintesi e per darvi modo di aggiungere altre urgenze a questa mia schematica "to-do list". I morti di Genova onoriamoli con i fatti e non a chiacchiere. Facciamo passare alla storia quel ponte come "Il Ponte del Mai Più".

© RADIO BELLA ETA'

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